“L’intesa su regole che diano dei limiti al gioco d’azzardo si può considerare finalmente raggiunta”. Così il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, al termine dei lavori della Conferenza Unificata.
“Come Sindaci – spiega – abbiamo ottenuto quello che volevamo, quello che le nostre comunità, le associazioni attive sul territorio, la rete del sistema sociale che ha a che fare ogni giorno con la ludopatia, ci chiedevano.

Lo sintetizzo in tre punti essenziali: si dimezzano in tre anni i punti gioco, le macchinette più vecchie vengono rottamate e solo in parte rimpiazzate con altre collegate direttamente con i Monopoli di Stato; noi sindaci decidiamo le fasce orarie di chiusura, fino a sei ore consecutive al giorno, di queste attività e imponiamo la loro distanza da tutti i luoghi che riteniamo sensibili, come scuole e chiese; aumenta lo standard di qualità e sicurezza dei punti gioco nei quali dovranno essere assicurati accesso selettivo, tramite l’identificazione con documento del giocatore, e la videosorveglianza, non potranno essere esposte immagini eccessive che inducano al gioco, e il personale dovrà essere formato anche sul contrasto al gioco d’azzardo. In sostanza è tutto quello che abbiamo chiesto per mesi”.
“Le Regioni – sottolinea Decaro – vogliono tempo fino al 7 settembre per una ulteriore riflessione? Va bene, salvaguardiamo la coesione del fronte e concediamo questo nuovo rinvio, a patto che sia davvero l’ultimo. Temporeggiando – conclude il presidente dell’ANCI – prolunghiamo una deregulation che mette a rischio le famiglie”.
Tra i punti al centro della Conferenza unificata anche il parere sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca che riguarda il riparto della somma di 321 milioni di euro per il quadriennio 2017-2020 (art. 25 dl 24 aprile 2017 n. 50) destinata a province e a città metropolitane per il finanziamento degli interventi di edilizia scolastica e di adeguamento alla normativa in materia di sicurezza antincendio. Su questo punto, l’ANCI ha espresso parere favorevole con l’indicazione di alcune osservazioni e la richiesta di modifica dello schema di Decreto ministeriale. Il presidente di ANCI, in particolare, ha sottolineato due punti importanti: “due sono le città metropolitane, Cagliari e Catania, che restano escluse dall’assegnazione delle risorse per interventi pari a circa 3milioni di euro” e che andrebbero dunque incluse tra gli interventi finanziabili e “limitatamente al primo anno del ciclo di finanziamento, chiediamo di subordinare l’assegnazione delle risorse ad una specifica richiesta dell’ente”.
Con riferimento invece al primo punto all’ordine del giorno, relativo all’intesa sui trasferimenti regionali a province e città metropolitane per le funzioni conferite ai sensi dell’accordo sancito dall’Unificata dell’11 settembre 2014, la discussione è rinviata al mese di settembre. ANCI ritiene che l’intesa tracci un percorso in grado di perseguire, in tempi ragionevoli, la normalizzazione dei rapporti finanziari tra Regioni e Province e città metropolitane e la possibilità di prevedere lo sblocco del 20 per cento del Fondo nazionale trasporti che spetta alle Regioni possa avere ricadute positive per garantire la continuità del servizio di trasporto pubblico locale.