Le grandi vie di comunicazione v9

Nel 1871, il Tunnel del Frejus permise di incrementare la velocità di transito delle merci con la Francia, portandola da una media di 5 km/h degli animali da trazione ai 40-50 km/h del treno. Collegando l’Italia all’Europa, Cavour e i suoi contemporanei diedero impulso al processo d’indipendenza e di unificazione, coscienti che gli investimenti avrebbero determinato una forte ricaduta sullo sviluppo dei sistemi locali e sostenuto l’emergere di nuove categorie sociali.

Con 10 milioni di camion e 130.000 treni dedicati alle merci, che trasportano ogni anno circa 220 milioni di tonnellate di materiale attraverso l’arco alpino, il Nord-Ovest del Paese conferma oggi il suo ruolo strategico di crocevia dei collegamenti mondiali, vero fattore di crescita per le comunità. La gestione di questi flussi dipende dalle politiche dei singoli Stati, dalla condizione delle infrastrutture, dall’organizzazione logistica delle aziende di produzione.

Ma quale futuro ci attende? E soprattutto, quale sarà il ruolo degli enti locali nei processi di sviluppo infrastrutturale che interesseranno i territori nei prossimi anni? Se ne parlerà nel seminario dal titolo “Le grandi vie di comunicazione” in programma lunedì 25 febbraio, dalle ore 9:30 alle 13:30, nel Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino.

L’iniziativa è promossa dalla sezione piemontese di A.N.A.S. (Associazione Nazionale Azione Sociale), in collaborazione con ANCI Piemonte, Osservatorio 21, Fabbrica Val Salice e con il patrocinio di Confindustria Piemonte e Unione Industriale di Torino.

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