Sarà Open Fiber a realizzare, con 284 milioni di euro di investimento pubblico, la rete della banda ultralarga in Piemonte. 1.150 Comuni coinvolti nelle “aree bianche”, quelle a fallimento di mercato, per 1 milione 300 mila persone raggiunte, 900mila abitazioni e 110mila imprese servite, oltre seimila chilometri di lunghezza della rete.

Sono i numeri dell’operazione che la società costituita da Enel con Cassa Depositi e Prestiti realizzerà in Piemonte, nei prossimi 36 mesi. Open Fiber ha infatti vinto a giugno 2017 il secondo bando nazionale varato da Infratel (società creata dal Ministero dello Sviluppo economico) con le ulteriori dieci Regioni dopo le cinque comprese nel primo affidamento di inizio gennaio 2017. È quanto emerso nell’incontro svoltosi a Torino nel palazzo della Città Metropolitana, alla presenza dei vertici di Open Fiber.

“ANCI e UNCEM regionali – ha ricordato il vicepresidente all’Innovazione di ANCI Piemonte Michele Pianetta –  d’intesa con la Regione, che ha costituito un’apposita “Cabina di Regia”, e con altri soggetti pubblici e privati come Confindustria, Csi, Csp, TopIX, Fondazione Links, Ires, Torino Wireless, proseguono il lavoro per spiegare il piano nazionale Banda Ultralarga ai Comuni. Conoscenza, formazione, competenze, prima di tutto”.

“Le comunità piemontesi attendono di veder colmato il digital divide che condiziona pesantemente lo sviluppo economico e tecnologico del territorio. Siamo ottimisti ma seguiamo i lavori con estrema attenzione”, ha quindi rimarcato Pianetta

“Abbiamo ascoltato tante domande e tante richieste di chiarimento – ha poi aggiunto il presidente di ANCI Piemonte, Alberto Avetta – stiamo vivendo una fase di grande trasformazione, un po’ come avvenne tra gli anni ’50 e ’60 con la realizzazione delle infrastrutture stradali in Piemonte. Il passaggio alla banda ultralarga è una sfida cruciale, forse la più importante che ANCI Piemonte si pone da qui ai prossimi anni”.

Nel corso degli incontri e delle occasioni di confronto organizzate sul territorio, sono emerse necessità e opportunità che dovranno essere tenute presenti dagli Enti locali, in primis da Open Fiber e Infratel, in vista dell’avvio dei primi lavori. In particolare:

1.    ANCI e UNCEM auspicano un rapporto diretto e continuo con Infratel e con Open Fiber nei prossimi mesi e da oggi al 2020, al fine di agevolare la progettazione e la realizzazione degli interventi. Le Associazioni degli Enti locali favoriscono un dialogo necessario e imprescindibile con i Comuni e i livelli sovracomunali, le Unioni di Comuni e le Unioni montane per definire progettazioni e modalità di intervento, nonché consenso sociale, animazione del territorio, promozione degli obiettivi. Il confronto tra Associazioni e concessionario deve essere efficace, al fine di non vedere calati dall’alto progetti non condivisi dalle Amministrazioni, che stanno firmando in questi mesi le convenzioni operative con la Regione e Infratel.

2.    È molto importante il rispetto dei tempi. Entro il 2020 i lavori devono essere conclusi e i fondi utilizzati – europei e statali – tutti rendicontati. Per questo i Comuni sono già stati chiamati a firmare le convenzioni operative. Analoghi accordi sono stati auspicati e fatti da Infratel con Province, Ferrovie Italiane, Anas, Soprintendenze… al fine di accorciare notevolmente i tempi di intervento.

3.    Le informazioni ufficiose relative agli interventi che verranno eseguiti entro il 2020 sono positive in particolare per i territori montani. Annunciato l’uso di linee aeree e meno scavi, ma soprattutto la volontà di raggiungere tutte le “case sparse” (ca. 600mila in Piemonte, in borghi alpini e frazioni, per le quali Uncem e Anci hanno da sempre fatto particolare pressione) anche con tecnologie wireless. Open Fiber avrebbe inoltre previsto di portare ovunque i 100 mbs di velocità (e dunque non solo i 30 mbs minimi): una scelta che le Associazioni degli Enti locali condividono e ritengono fondamentale.

4.    Sarà importante l’uso del ribasso d’asta del bando nazionale per potenziare le reti di collegamento tra Comuni, finora mancante. Connettere tra loro Comuni è decisivo al fine dello scambio di dati e del “dialogo” tra i sistemi informativi, auspicato da Anci e Uncem, vettore di collaborazione e rafforzamento dell’interlocuzione tra Enti, al fine di migliorare la fruizione dei servizi da parte di cittadini e imprese.

5.    Positivo anche l’uso di una parte del ribasso d’asta – come annunciato dal Ministro De Vincenti – per l’avvio di un programma di voucher che agevolino l’accesso ai servizi.

6.    Il digital divide è un problema articolato e complesso, in particolare per le aree interne del Piemonte e del Paese. Non vi è solo il problema di internet a bassa velocità, non solo la difficoltà nella trasmissione dati. Con la Regione (ma anche con Infratel, Open Fiber, E-Distribuzione, Mise), Anci e Uncem vogliono affrontare al più presto i temi relativi al miglioramento delle strutture per le comunicazioni televisive e della telefonia mobile. Le “tre sfere” del digital divide devono essere viste congiunte e non separabili. La fibra ottica e il piano BUL devono consentire l’arrivo di soluzioni tecnologiche innovative anche per tv e telefonia.

7.    Il piano banda ultralarga, in Piemonte e in tutt’Italia, prevede la realizzazione, gestione e manutenzione dell’infrastruttura di rete. Gli operatori di telecomunicazioni presenti sul mercato, grandi operatori e operatori locali, dovranno poi effettuare l’attivazione del servizio fino all’utenza finale. Le Associazioni auspicano sin d’ora un’analisi del mercato e degli interessi delle aziende Telco, sia da parte della Regione (in accordo con Anci e Uncem), nonché da parte di Open Fiber e Infratel. La fibra posata non può e non deve “restare spenta”.

8.    Al fronte tecnologico – disegnato e risolto dal Piano nazionale per la Banda ultralarga entro il 2020 – si deve unire un’azione forte, culturale, politica e istituzionale relativa ai servizi che dovranno essere veicolati dalla nuova infrastruttura. A cosa ci servirà la banda ultralarga? Entrano in gioco subito, ad esempio, l’Agenda digitale nazionale e il Piano triennnale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione. Con la Regione Piemonte – grazie anche ai 45 milioni di euro disponibili sul Por Fesr – Anci e Uncem vogliono affrontare subito il tema dei servizi. Migliorare la gestione dei dati degli Enti, utilizzare i big data e l’internet delle cose nella e per la PA sono temi da analizzare con tutte le capacità e le competenze operative presenti in Piemonte. Cloud e uso dei data center per la sicurezza dei dati pubblici, dialogo tra i sistemi informativi degli Enti, nuovi servizi nelle aree interne (con una specifica Agenda), uso delle Piattaforme abilitanti, sono alcuni dei fronti sui quali vogliamo lavorare e fare formazione. Anche ai fini di una riduzione della spesa ICT negli Enti, come prevista dai piani nazionali, ma soprattutto per una Crescita digitale che veda protagonista, e non marginale, la Pubblica Amministrazione, i nostri Comuni.