BUL

Il piano nazionale per portare la Banda Ultra Larga nei 7500 Comuni italiani delle aree “bianche” (rurali, montane, interne) prosegue. Iter tecnici veloci e forte impegno dei Comuni, tecnico e politico, sono fondamentali. Uncem e ANCI Piemonte stanno monitorando l’attività di Open Fiber e Infratel, che hanno annunciato l’avvio di un migliaio di cantieri entro l’anno, ben 2.000 nel 2019. Un’azione decisiva per ridurre il divario digitale, grazie alla rete pubblica per la quale vengono investiti oltre 3 miliardi di euro di fondi pubblici, europei e statali, d’intesa con le Regioni.

Le due associazioni stanno lavorando con Anfov (Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione) e altri soggetti istituzionali per velocizzare l’iter per la realizzazione dei progetti.

Il punto su Bul e agenda digitale è stato fatto a Torino in un seminario promosso a Palazzo di Città proprio da ANCI Piemonte e Uncem, con Anfov, Regione Piemonte, Infratel e Open Fiber.  “I Comuni piemontesi stanno accompagnando il piano nazionale per la banda ultra larga con attenzione e interesse – sottolinea il vicepresidente all’Innovazione di ANCI Piemonte, Michele Pianetta – ed è compito di tutti far sì che queste aspettative si traducano in tempi certi per i lavori e in garanzie chiare sull’ultimazione dei cantieri. Mettiamo al centro le comunità locali, rilanciando la sfida dell’innovazione partendo dai territori. Tutte le Regioni devono procedere ad un’unica velocità, superando il gap tra le aree urbane e le periferie. Soltanto in questo modo la banda ultra larga potrà servire a tutti i cittadini, senza distinzioni”.
“Istat con il censimento e Dazn con le partite in tv – evidenzia Marco Bussone, presidente Uncem – hanno mostrato la fragilità e il divario digitale dell’Italia. Lo dicevamo da tempo e oggi serve un’accelerazione del piano. La richiesta di contenuti per l’intrattenimento può trainare altri servizi. Il Piano banda ultra larga deve procedere veloce. E lo Stato deve fare tutto il possibile per un’azione di miglioramento della pubblica amministrazione, all’altezza delle sfide della digitalizzazione che oggi purtroppo ci vedono fanalino di coda in Europa”.

Fondamentale il tema dei nuovi servizi che correranno sulla banda ultra larga. Al seminario ha partecipato Pietro Pacini, neo direttore generale del Csi Piemonte, alla prima uscita pubblica dopo l’insediamento dei giorni scorsi. “Il Piano strategico 2019-2021 del Csi prevede un’evoluzione del Consorzio configurandolo come system integrator. Sarà potenziato l’asset tecnologico attraverso l’adozione, quando possibile, di logiche e di software open source e la promozione del riuso di soluzioni tra Amministrazioni ampliando l’offerta di servizi digitali per cittadini e imprese. Saranno anche favorite le sinergie con le piattaforme nazionali, garantendo l’interoperabilità, secondo il modello di Agid. Il Csi rafforza quindi il suo ruolo in qualità di partner per l’attivazione dell’agenda digitale, a fianco dell’ANCI Piemonte e dell’Uncem”.
Forte l’azione formativa svolta proprio da ANCI Piemonte e Uncem per dotare i Comuni di nuove competenze digitali e mettere in campo nuovi servizi, a partire dal cloud per i dati e dall’Anagrafe nazionale della popolazione residente.