Dal prossimo anno scolastico le famiglie piemontesi potranno contare su un contributo regionale, del valore compreso tra i 50 e 70 euro al mese, per sostenere le spese legate alle rette degli asili nido. Il Buono Nidi è la nuova misura voluta dalla Giunta Regionale per incentivare la domanda di servizi per la prima infanzia, in calo anche per effetto della crisi economica, e al tempo stesso incentivare l’occupazione femminile, rafforzando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Finanziato con le risorse del Fondo sociale europeo con uno stanziamento di 5,5 milioni di euro, il buono verrà assegnato, tramite i Comuni, alle famiglie piemontesi con indicatore della situazione economica famigliare (Isee) non superiore a 15 mila euro, per coprire in tutto o in parte i costi per l’iscrizione e frequenza ai servizi educativi 0/3 anni a titolarità comunale (nidi, micro-nidi, sezioni primavera a gestione comunale diretta, indiretta, oppure in concessione). Secondo una simulazione che tiene conto delle tariffe medie praticate negli 8 comuni capoluoghi di provincia, il Buono Nidi della Regione, integrato con le misure nazionali e regionali già in vigore, consentirà alle famiglie con Isee fino a 10 mila euro di accedere all’asilo gratuitamente e a quelle con Isee compreso tra 10 e 15 mila euro di sostenere un importo pari a circa 50 euro al mese.

Grazie a questo provvedimento, dal prossimo anno scolastico circa 8-10 mila bimbi piemontesi tra i 3 mesi e i 3 anni potranno accedere gratis o a costi decisamente ridotti ai servizi per la prima infanzia.

COME FUNZIONA

Il buono dovrà essere richiesto al Comune, contestualmente all’accettazione del posto presso il servizio educativo di nido, micro-nido o sezione primavera comunale al quale il minore è stato iscritto.
I Comuni invieranno l’elenco dei minori, iscritti ai loro servizi e che hanno fatto richiesta del buono, alla Regione entro un termine definito con un prossimo atto regionale, successivo all’avvio dell’anno scolastico 2019/2020.
Il valore del buono varia in base a fasce di retta, così come saranno definite da un successivo atto attuativo regionale.
Il buono sarà liquidato dalla Regione direttamente ai Comuni che ne fanno richiesta e che procederanno così ad abbassare la corrispondente tariffa ai minori fruitori del servizio.

Al link sottostante vengono riportati gli obblighi di comunicazione a carico dei beneficiari del fondo sociale europeo (in questo caso i Comuni):

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-sociale-europeo-fse/gestione-attuazione-por-fse/comunicazione-por-fse-fesr-guida-per-beneficiari