“Valutiamo in modo sostanzialmente positivo le disposizioni sulla semplificazione delle procedure di affidamento e realizzazione degli investimenti finanziati dal PNRR. Ma non possiamo che criticare la grave esclusione dei rappresentanti di Comuni e Città Metropolitane dalla cabina di regia, che avrà il compito di coordinare e monitorare gli investimenti con le risorse del PNRR. Questa lacuna va colmata prevedendo la partecipazione dell’ANCI alla cabina di regia e chiedendo chiarezza sull’attribuzione delle risorse che deve avvenire direttamente e senza intermediazioni regionali”. Così Federico Pizzarotti, che ha rappresentato l’ANCI davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Ambiente della Camera, nel corso dell’esame del decreto Semplificazioni (vedi il documento presentato in audizione).

Nello specifico, Pizzarotti pone l’accento sull’eccessiva settorialità di intervento delle norme sulla semplificazione. “Il decreto si concentra su semplificazioni di singoli procedimenti relativi a investimenti in determinati ambiti, tra cui fonti rinnovabili, efficientamento energetico, economia circolare, Mezzogiorno, edilizia scolastica, transizione digitale e acquisti informatici. Mentre pochi – dice Pizzarotti – sono gli interventi su questioni quali l’ordinaria disciplina del procedimento amministrativo, la Conferenza dei servizi, le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche, l’edilizia e la rigenerazione urbana che avrebbero richiesto maggiore incisività semplificatoria”.

Vi è poi un aspetto cruciale che, secondo l’Associazione, inficia l’efficacia dell’impianto normativo sulle semplificazioni. “Il provvedimento sconta un’ambiguità ed un’incertezza interpretativa sulla possibilità di utilizzare alcune disposizioni di semplificazione delle procedure oltre che alle procedure relative agli investimenti finanziati in tutto o in parte dalle risorse del PNNR o del Fondo complementare, anche ad altri progetti infrastrutturali già ammessi a finanziamento con altri bandi e/o avvisi pubblici. Sono interventi che – osserva Pizzarotti – pure necessitano di un’accelerazione della capacità di spesa dei Comuni e delle Città Metropolitane”.

In sostanza – è la critica dell’ANCI – si crea un ‘doppio binario’ procedurale per utilizzare le misure di semplificazione previste dal decreto solo per gli investimenti finanziati in tutto o in parte dal PNRR. Con il rischio evidente di frenare il trend positivo degli investimenti pubblici, che vede i Comuni e le Città metropolitane come i principali investitori pubblici con una capacità di gran lunga superiore agli altri livelli di governo, e allo stesso tempo di creare lunghi e inutili contenziosi.

Ma la criticità maggiore, secondo l’ANCI, è legata alla “mancanza di chiarezza nella definizione delle procedure con cui verranno finanziati i progetti i cui ambiti di intervento sono di stretta competenza dei Comuni e delle Città Metropolitane. I Comuni devono poter gestire direttamente e senza intermediazioni regionali le risorse del PNRR. Necessario, in quest’ottica, stabilire procedure e tempistiche adeguate, così da non perdere – conclude Pizzarotti – le occasioni di finanziamento che si presentano via via”.