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In occasione dell’ultima conferenza Stato-Città (19 ottobre) l’ANCI non ha dato l’assenso allo schema di decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sull’aggiornamento dei fabbisogni standard dei Comuni per il 2018.

La presa di posizione risponde alle istanze formulate nei giorni scorsi dai Comuni, che chiedono la sospensione temporanea del processo perequativo delle risorse e il mantenimento delle regole in vigore per il 2017.

L’ANCI ha sempre collaborato, fin dalla legge sul federalismo fiscale del 2009, al lavoro sui fabbisogni standard, ma oggi chiede una riflessione più attenta sugli effetti della perequazione derivanti, oltre che dai fabbisogni standard, anche dalla revisione delle capacità fiscali. In quest’ottica, l’associazione dei Comuni ha chiesto che in questa legge di bilancio si mantengano le regole del 2017 o, in alternativa, si introduca un fondo perequativo finanziato dallo Stato e non dagli stessi Comuni, così come previsto dalla legge.

In caso contrario il rischio è quello di una drastica riduzione delle risorse per molti enti, soprattutto per i più piccoli, in un contesto di grave pressione sulla spesa corrente determinato dal rinnovo dei contratti e dagli accantonamenti del fondo crediti di dubbia esigibilità per il quale ANCI chiede un allungamento dei tempi.

Il parere negativo dell’associazione dei Comuni non riguarda quindi la perequazione delle risorse in sé, ma le modalità con le quali viene attivata. Da qui la richiesta di un segnale importante da parte del Governo già nei prossimi giorni.