“Nessuno mette in dubbio la centralità del tema immigrazione: è una questione troppo delicata per prestarsi a considerazioni superficiali. Lo è ancor più per un’associazione come l’ANCI che deve idealmente rappresentare tutti i sindaci e tenere insieme migliaia di amministratori che si ispirano a visioni politiche diverse. Ognuno di noi ha posizioni ampiamente dichiarate ma i temi affrontati oggi dal comitato direttivo dell’ANCI – ovvero legge di bilancio e decreto sicurezza – sono assolutamente trasversali. Oggi abbiamo affrontato questioni molto tecniche: le nuove norme incidono profondamente sull’azione dei sindaci e non si tratta di decidere se le leggi si applicano o meno ma di avere certezze sulle modalità di applicazione delle nuove norme, le quali di fatto introducono un modello inedito”. Così il presidente di ANCI Piemonte al termine della riunione del comitato direttivo dell’Associazione dei Comuni svoltasi oggi a Roma.
“Le questioni sollevate oggi sono molto puntuali. È utile che i sindaci non sappiano quanti migranti sono ospitati sul proprio territorio? E poi, l’elezione di domicilio è sufficiente perché queste persone abbiano accesso ai servizi sanitari? E ancora, i soggetti più vulnerabili ovvero le famiglie con disabili, anziani o minori possono essere gestiti attraverso gli Sprar? Sono questi gli interrogativi legittimi e doverosi dei sindaci e dell’ANCI. Per il resto, l’ANCI non intende assumere posizioni politiche e non si farà trascinare in campagne elettorali. Abbiamo dato mandato al presidente Antonio Decaro di presentare una richiesta di correttivi di natura tecnica rispetto a questioni che hanno risvolti diretti sull’attività dei sindaci. Ci sono delle cose che vanno modificate e ne parleremo direttamente con il governo. Come sempre, il nostro obiettivo è quello di contribuire a migliorare le norme nell’interesse di tutti i cittadini”, conclude Avetta.
Le tre richieste che il presidente nazionale dell’ANCI rivolgerà lunedì al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte sono le seguenti: conservare l’accesso allo Sprar dei soggetti vulnerabili (lo stesso Ministero dell’Interno ha invitato a sorvegliare l’uscita dagli Sprar con una circolare); l’applicazione di modalità uniformi per la presa in carico dei richiedenti asilo da parte delle Asl; il riconoscimento del diritto per i Comuni di conoscere numero, età e sesso delle persone ospiti nei centri di accoglienza.