Dare concretezza ad una visione politica maturata negli anni (in 108 casi), oppure continuità all’impegno come volontario in associazioni (49 risposte): sono le principali ‘molle’ che hanno spinto i giovani ad intraprendere la carriera di amministratore locale, secondo un sondaggio su ‘L’Impegno dei Giovani in politica’, condotto da ANCI Giovani su un campione di 193 amministratori under 36. Nella scelta della carriera hanno pesato meno sia la spinta di amici e conoscenti (32) che la voglia di seguire l’esempio di genitori o amici (41).

Più della metà degli intervistati non ha richiesto aiuto nella preparazione della sua candidatura a Partiti e/o Movimenti (86), mentre in 34 si sono rivolti ad un partito, e in 31 alla lista civica dove erano candidati.

Per la maggioranza delle risposte (113) l’immagine con cui vengono dipinti i politici nell’opinione pubblica pesa abbastanza nella decisione di non candidarsi, perché i cittadini stentano ancora nel riconoscere all’amministratore locale il ruolo di persona al servizio della comunità. Per 75 intervistati, invece, il peso è molto importante, visto che candidandosi si rischia di esporre sé e i propri cari a campagne diffamatorie sui social e sui media.

In ogni caso per quasi due terzi (119) la motivazione politica per la carriera da sindaco e/o assessore è più alta dei possibili rischi legali a cui sono esposti. Mentre la stragrande maggioranza (181) pensa che lo status economico e previdenziale per il suo impegno da eletto sia insufficiente e non proporzionato all’impegno profuso.