“Città e terra, area urbana e tutto ciò che sta intorno, il centro come la periferia. È il senso di questa conferenza, ospitata in una Regione che fa dei piccoli Comuni la propria forza”. Così il presidente di Anci Piemonte e sindaco di Cossano Canavese, Alberto Avetta, che ha aperto i lavori della XVIII assemblea annuale dei piccoli Comuni Anci a Viverone.
“Come recita il titolo di questo incontro (Small City & Smart Land) – ha rimarcato Avetta – la vera sfida dei prossimi anni sarà quella di costruire una relazione intelligente tra aree urbane e ciò che vive intorno. Una relazione che deve essere fondata su due elementi: comprensione ed equilibrio. Per noi questa Conferenza è un’occasione importante per sottolineare il valore delle differenti esperienze di amministrazione locale che sono presenti nel Paese. Siamo onorati di ospitarvi oggi e, con una punta di presunzione, riteniamo di rappresentare un autentico paradigma del modello Italia, fatto di poche grandi città, di tante città medie e piccole, ma soprattutto di tantissima provincia. Oggi a Viverone, sono ben rappresentati il civismo, l’abnegazione e la voglia di fare di 1062 sindaci piemontesi e di quasi 10 mila amministratori”
Più Europa e più innovazione per gli enti locali, un’innovazione che non è solo tecnologica ma anche legislativa. Questa la ricetta per crescere, che per Avetta non può prescindere da una domanda apparentemente semplice: “Abbiamo la volontà, la forza e soprattutto la capacità strategica di consolidare e sviluppare un modello territoriale equilibrato, che riconosca come valore sociale, economico e collettivo la volontà di vivere nelle aree a dispersione demografica?”.
Per il presidente di ANCI Piemonte la legge sui piccoli comuni (158 del 2017) può diventare uno strumento straordinario per riequilibrare il rapporto tra aree urbane e aree rurali, grazie ai principi di adeguatezza e differenziazione. “Di certo – ribadisce Avetta – occorrono misure di incoraggiamento: penso a bandi regionali con criteri di premialità per i piccoli comuni che fanno rete o a progetti specifici per incentivare la residenzialità nelle aree periferiche e per favorire il recupero di terreni incolti e di edifici in stato di abbandono. Inoltre, su temi come la banda ultra larga bisogna accelerare”.
E poi un cenno ai problemi cronici dei piccoli centri, che Anci punta a risolvere. Tra le proposte, “l’affidamento dei servizi di tesoreria agli uffici postali, grazie a una convenzione ANCI-Poste Italiane che garantisca un presidio per cittadini e imprese nei piccoli Comuni e poi il coordinamento dei segretari in disponibilità (già pagati dallo Stato) per dare supporto anche a quei comuni che ne siano sprovvisti; infine l’ipotesi di fornire, come ANCI, consulenza contabile e giuridica ai municipi che ne facciano richiesta”.
Sul tema dell’Europa il richiamo a fare squadra, “perché – dice Avetta – siamo in una fase delicata. La concorrenza degli altri Paesi sulle politiche di coesione è agguerrita e le nostre Regioni devono incidere sulla programmazione europea consentendo anche alle piccole comunità di fare rete e partecipare ai bandi, favorendo progetti di sviluppo locale”.
Infine Avetta ha concluso ricordando la campagna Anci #liberiamoisindaci, lanciata dal presidente Decaro nei giorni scorsi con l’obiettivo di ridurre la burocrazia e razionalizzare gli oneri a carico delle amministrazioni locali. Una burocrazia che grava sui Comuni senza alcuna distinzione, su quelli grandi come su quelli più piccoli. “Siamo convinti – ha dichiarato Avetta – che non si possano applicare ad un Comune di mille anime gli stessi criteri che valgono per le città di 100 mila abitanti”.