Sono circa 100 mila in tutta Italia i bambini che subiscono maltrattamenti. Il 19 per cento di loro è vittima di violenza assistita ovvero testimone di violenza in famiglia.
L’argomento è stato al centro del seminario dal titolo “I requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita da maltrattamento alle madri”, che si è svolto nell’aula magna della Cavallerizza Reale di Torino e al quale ha partecipato la vicepresidente di ANCI Piemonte Elide Tisi, delegata al welfare e alle politiche sociali.

L’evento, curato dal Coordinamento italiano per i servizi contro il maltrattamento e l’abuso dell’infanzia (Cismai), è stato organizzato in collaborazione con il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Piemonte e con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte, della Regione Piemonte e degli Ordini degli assistenti sociali e degli psicologi piemontesi.

“Quello della violenza assistita è un tema che ancora oggi viene sottovalutato, un tema molto delicato sul quale bisogna lavorare: in Consiglio regionale abbiamo un atto d’indirizzo che prevede la modifica della delibera 42 del 2000 che traccia le linee guida per la segnalazione e la presa in carico dei casi di abuso sessuale e maltrattamento ai danni di minori da parte dei servizi-socio assistenziali e sanitari”, ha sottolineato nel suo intervento introduttivo la consigliera regionale Valentina Caputo in rappresentanza dell’Assemblea piemontese.

Per violenza assistita si intende “l’esperire da parte di un minore qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale, economica e atti persecutori, quali lo stalking, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minorenni”. Così il referente del Cismai, Enrico Quarello, nel suo intervento.

Calcolare il numero esatto delle piccole vittime che subisce questo tipo di maltrattamento non è semplice perché gli unici dati di tipo quantitativo si ricavano indirettamente dalle ricerche esistenti sulla violenza contro le donne o sui maltrattamenti nei confronti dei minorenni. I dati Istat relativi al 2015 rivelano che il fenomeno è in preoccupante aumento: tra le donne italiane che hanno denunciato violenze ripetute subite dal partner, il 65,2% ha dichiarato che i figli hanno assistito ad uno o a più di questi episodi. Nel 2006 era il 61,4%. Inoltre le segnalazioni al 114 sulle violenze domestiche riguardano, nel 63,6%, bambini di età compresa tra 0 e 10 anni.

Al termine dei vari interventi, tra i quali anche quelli degli assessori regionali alle Politiche sociali e alla Sanità, Augusto Ferarri e Antonio Sagittarius, è intervenuta Rita Turino, Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Piemonte.

“Nei confronti di un fenomeno così grave occorrono tecniche precise di lavoro, ma anche attività di prevenzione perché portino le donne alla consapevolezza che non basta subire passivamente e difendere fisicamente i loro bambini, ma bisogna metterli in sicurezza da danni psicologici a volte irreversibili”, ha dichiarato Turino.