Nel 2023 nei comuni italiani sono state assunte 29.275 unità di personale mentre ne sono uscite 28.973. Un piccolo saldo positivo dopo oltre venti anni negativi.
È quanto emerge dall’ultimo studio della Fondazione IFEL sul personale comunale presentato lo scorso mese di marzo a Milano in occasione della riunione di coordinamento delle ANCI Regionali.
Nonostante dal 2019 sia ripreso il reclutamento, il personale comunale rimane tuttavia ad un livello di unità insufficiente: dal 2007 è sceso del 28,7% I motivi principali sono il pensionamento e le dimissioni volontarie che, nel periodo 2017/2023, sono state 95.825. A rendere poco appetibili il lavoro nei Comuni contribuiscono ragioni di carattere economico: in un confronto con le retribuzioni delle Regioni, il personale non dirigente, inquadrato nella Categoria A, ha una retribuzione media lorda per unità di personale di 22.338 euro contro i 26.328 euro delle Regioni.
Secondo le stime, se le attuali tendenze saranno confermate, nei prossimi 7 anni il comparto comunale dovrebbe perdere circa 10.000 unità l’anno per pensionamenti e potrebbe perderne altre 15.000 per altre cause, con una previsione complessiva di uscita pari a 175.000 unità, la metà del personale attualmente in servizio.
In Piemonte tra il 2010 e il 2023 i Comuni hanno perso il 25,3% del personale comunale in servizio, passando da circa 32.300 unità nel 2010 a 24.145 unità nel 2023. Nello stesso periodo, nei Comuni italiani, in media, la variazione percentuale è stata del -25,7%.
Se le attuali tendenze saranno confermate, Ifel stima che nei prossimi 7 anni il comparto dei Comuni piemontesi perderà oltre 4.500 dipendenti a tempo indeterminato per pensionamento e altri 8.700 dipendenti per altre cause (es. dimissioni volontarie). I Comuni piemontesi perderebbero complessivamente 13.300 unità ovvero il 55% del personale attualmente in servizio.
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